Quando fai una cosa, qualsiasi cosa, con passione non c’è giorno di festa, non c’è orario, non c’è impegno importante che ti possa far desistere dal portare avanti ciò che hai deciso di compiere.
A me capita esattamente questo con la fotografia. Quando sono con la mia reflex il tempo sembra fermarsi e tutto appare diverso, quasi fossi catapultata in un’altra dimensione. Non certo quella abituale.
Un paio di settimane fa mi è capitata una cosa, anch’essa legata al mondo fotografico, che voglio raccontare perché per me è stata davvero molto gratificante.
Seppure fosse domenica, una di quelle belle giornate col sole e l’aria mite, tra l’altro una domenica speciale poiché avevo invitato diversi amici a pranzo, mi sono svegliata con la precisa idea di sviluppare una pellicola a cui tenevo particolarmente.
Parlo di una di quelle pellicole di una volta che i fotografi sviluppavano e stampavano prima al buio e poi con l’ausilio della sola lampadina rossa.
Avete presente di cosa stia parlando? Bene vi racconto com’è andata…
Chiusa in camera oscura, completamente sola, sono stata capace di aprire per la prima volta il rullino, tagliare la linguetta della pellicola per poterla infilare nella spirale, avvolgerla sulla spirale stessa e infine posizionarla nella tank.
Tutto questo, comprensibile solamente agli esperti o a chi ha avuto il privilegio di utilizzare strumenti e tecniche ormai obsoleti, anche se dal fascino intramontabile, nel buio più assoluto!
Il successivo sviluppo dello stesso rullino mi ha vista operare, concentrata sui tempi di agitazione e sulle operazioni di sviluppo, arresto, fissaggio e lavaggio della pellicola stessa, per quasi mezz’ora.
Al termine delle varie operazioni non ho potuto fare a meno di scattare una foto che ritraesse la pellicola sviluppata appesa, nel mio bagno, mentre asciugava.
Dopo un paio d’ore mi sono data una meritata pacca sulla spalla poiché, ad occhio nudo, ho notato i fotogrammi della pellicola perfettamente sviluppati che mi doneranno delle stampe certamente interessanti e belle da vedere. Sono stata brava. Il mio maestro sarebbe fiero di me e credo che quella domenica speciale non la dimenticherò mai più.